Come vive l'Architetto questa importante occasione?
C’è un tempo in cui noi piccoli Architetti viviamo le occasioni speciali con la stessa intensità con cui le vivono tutti gli altri esseri umani.
Tutto questo prima, ovviamente, di diventare Architetti.
Può sembrarvi strano, ma anche noi Architetti festeggiamo il compleanno.
Come voialtri esseri umani e, per la precisione che ci contraddistingue, ogni trecentosessantacinque giorni, si concretizza questo evento particolare, un mix esplosivo fatto di gioie impulsive, tristezze inspiegabili e follie ingiustificate.
Ho stilato, lasciandomi guidare dalle emozioni più recondite e sconosciute, una classifica delle cose che più caratterizzano il compleanno di un Architetto (in ordine di disagio vissuto):
Quinto posto: "Quanti sono quest’anno?"
Sappiamo tutti che noi Architetti siamo considerati dei giovanotti fino all’età di 70 anni e che il segreto dell’elisir della giovinezza è gelosamente custodito nelle nostre mani: questo perché molti di noi hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro o tanti altri svolgono mansioni part-time che disegnano un futuro piuttosto simile a quello previsto da Frate Indovino.
Dall’altra parte, i più fortunati tra noi, devono lottare contro le improvvise consegne del giorno dopo, le quali portano a vivere la notte come se non ci fosse un domani e ad una lenta trasformazione in un piccolo panda puccioso.
La diatriba che ne nasce, quella tra l’essere eternamente giovani ed infinitamente sfiniti dalla vita, porta ad uno stato di confusione mentale nel momento in cui arriva la fatidica domanda, ovvero “Quanti anni sono quest’anno?”, e la relativa reazione alla nostra risposta, un casuale “Davvero?! Avrei detto almeno 20 in meno!”.
A quel punto per l’Architetto, da bravo giudice, non resta altro da fare che assegnare un 25% alla sincerità e decretare con un buon 74% la vittoria all’ipocrisia, regalando quell’1% ad un ragionevole dubbio esistenziale.
Quarto posto: "Grazie per il pensiero!"
Alcuni, molti, tantissimi esseri mortali sottovalutano la questione regalo di compleanno, poiché parecchi oggetti sono ritenuti degli ottimi regali per un Architetto, ma in realtà si incappa, il più delle volte, in grossolani errori.
Vi lascio qualche dritta, nel caso in cui siate in questo brutto pasticcio:
gli oggetti di design sono da aberrare, perché, fondamentalmente, sono progettati da altri Architetti e quindi, non sempre in realtà, funzionano male!
Il quaderno a quadretti per disegnare (a noi piacciono i fogli bianchi per sfoggiare maggior estro creativo) e la matita a punta doppia da carpentiere (per carità!) sono assolutamente da dimenticare.
Infine ci sarebbe il regalo peggiore di tutti, quello che vorresti fare solo se volessi veder morire un Architetto, ovvero il portafogli con la monetina portafortuna, un oggetto capace di competere apertamente con un Avada Kedavra in stile Harry Potter! Tutto ciò accadrebbe perché il portafogli resterebbe tristemente vuoto e ancora impacchettato per almeno i due lustri successivi.
Terzo posto: Low profile!
L’errore più grave che un Architetto possa commettere è sbandierare ai quattro venti e in luoghi pubblici il fatto che proprio quello è il giorno del suo compleanno: i più ingenui tra noi, o forse temerari, che osano sfidare la sorte si ritroveranno circondati da suadenti adulatori che, dopo la prima fase di attacco vista al punto 5, sfoggeranno il miglior sorriso a 32 denti per svuotare il bar, con la gentile concessione del malcapitato Architetto.
I veri professionisti del settore, invece, sanno che la miglior tattica d’attacco è il silenzio, ovvero la tenuta di un profilo basso per tutte le lunghe ventiquattr’ore del suo compleanno e sperare che qualche collega non si improvvisi una spia in stile Mata Hari, per una gratuita e pura vendetta.
Secondo posto: "Tanti Auguri Architè!"
Un po’ tutti oggi, non solo noi sventurati Architetti, ricevono da ogni social conosciuto pensieri e auguri redatti per ogni tipo di occasione felice.
Tuttavia, noi Architetti abbiamo un problema (uno dei tanti, lo so), dovuto probabilmente ad una deformazione professionale: la nostra creatività richiederebbe, infatti, uno sprint in più in tutti quei messaggi ricevuti, desidereremmo almeno la metà di quella passione sfrenata che riversiamo noi quando scriviamo rigorosamente a mano i biglietti per gli altri.
L’aspettativa, molto spesso disattesa, porta ad un’inevitabile delusione per quei graditissimi messaggi e pensieri, ricevuti in stile “buongiornissimo”, il più originale dei quali cita: Tanti auguri Architè!!! (i punti esclamativi sono la chicca e una prerogativa, a furor di popolo, di noi Architetti).
Primo posto: The winner is…il Grande Archigatsby
Arriva dunque il compleanno dell’Architetto e il tutto deve essere celebrato in grande stile!
In molti di noi, incontrollabilmente, scatta quell’euforia inspiegabile che ci porta a sentire, nel cuoricino, il “dovere” di festeggiare questo giorno, magari in una masseria sperduta affittata per due giorni solo per questa occasione, i fuochi d’artificio e Yann Tiersen come ospite d’onore.
Gli inviti, ad esempio, sono progettati appositamente dalla mente diabolica dell’Architetto per essere estrosi e fuori dal normale, come potrebbe essere, ad esempio, una piramide origami che si schiude e rivela luogo e ora dei festeggiamenti.
La festa dell’Architetto viene spacciata per l’evento dell’anno, ma in realtà quello che accade davvero è il verificarsi di tutti i punti visti sopra e, dopo una certa ora, l’avvio di un party stravagante e alticcio, dove un esterrefatto Yann Tiersen lascerà il posto ad un Gianni Celeste di turno particolarmente ispirato dalla situazione.
Il finale della favola è che questa festa costerà al festeggiato quanto 12 mesi di lavoro, motivo per cui l’Architetto si ravvedrà bene dal festeggiare il compleanno seguente, applicando rigorosamente tutti i punti di cui sopra con relativa smentita dei fatti, in un circolo vizioso che non avrà mai fine, per fortuna!
E allora…Tanti Auguri Architè!!!
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Autrice dell'articolo:
Semeraro Simona
Architetto | Interior Designer
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