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Barbie's Dreamhouse

Storia degli iconici interni in rosa, dagli anni Sessanta al film di Greta Gerwood


La casa più famosa di ogni epoca ha spento la bellezza di 61 candeline quest'anno: un'abitazione che, nel corso del tempo, si è trasformata e adeguata al nostro modo di vivere e organizzare gli spazi.


Tanti di noi, nel silenzio della propria cameretta, hanno inventato le storie più avvincenti con protagonista il personaggio più in voga del momento: Barbie.


All'anagrafe è Barbara Millicent Roberts e fa il suo ingresso in società nel 1959.

Questa piccola bambola è la perfetta rappresentante delle mode degli anni in cui “vive”, come abiti, viso, mestieri svolti, amici e case, tutto cambia a seconda del periodo di riferimento.

La sua prima casa risale al 1962 e, fino ad oggi, essa si è rivoluzionata nell'architettura e nell'arredamento, passando dal monolocale in stile Sixties al castello rosa degli anni Novanta, fino al contemporaneo monolocale eco-friendly con pannelli solari degli anni Duemila.


Ricordo ancora la mia prima ed unica Dreamhouse posseduta, quella ricevuta in dono da mio nonno, in grado di farmi sgranare gli occhi dalla felicità alla sua sola vista: probabilmente quello che sono oggi, ovvero un Architetto, lo devo a questo ricordo.

Perché la casa di Barbie ci racconta l’evoluzione dell’arredamento e dell’interior design?


Un'abitazione in miniatura che, attraverso set di interior design e soluzioni domestiche all’avanguardia, ha saputo anticipare tendenze, riflettere l'evoluzione dello stile e, per il mondo immaginario dei piccoli, saper fare la differenza attraverso soluzioni educative più inclusive.


1962

Prima che le donne potessero aprire un conto corrente a loro nome, Barbie acquistò la sua prima casa nel 1962. Realizzata interamente in cartone (ad eccezione delle grucce rimovibili nell'armadio), si trattava di un'abitazione moderna con una tavolozza dei colori piuttosto vivace, con pareti giallo acido e accenti rosa Barbie, tonalità smorzate dalla presenza negli interni dei mobili in legno e del pavimento piastrellato bianco, i quali donano all'insieme un tocco d'eleganza.

Photo Credits: Evelyn Pustka for PIN-UP



1974

Abitazione piuttosto raffinata, con un invidiabile ascensore arancione che ricorda le opere in ferro battuto in stile Art Nouveau, sedie in stile Marcel Breuer e interni accoglienti. Anche la palette cromatica sembra essere stata qui rivista in favore di colori caleidoscopici.




1979

Il giallo torna padrone nella nuova casa di Barbie in stile chalet da sci: interni caratterizzati da paraventi in mashrabiya, che potevano essere aperti e chiusi, e da un tetto che si sollevava. Le cassette per le finestre e le fioriere erano un tocco di classe.

Photo Credits: Evelyn Pustka for PIN-UP



1983

Mattel ripesca le idee dalla Dreamhouse dei primi anni Settanta, tornando ad un'abitazione a schiera di sei stanze a tre piani.

Ci immergiamo in un'atmosfera romantica da commedia anni Ottanta, con tappezzerie rosa acceso, mobili in vimini bianchi e un ascensore rosa.

Possiamo ritenere raggiunto l'apice stilistico della Casa dei sogni di Barbie, con un design che ricorda la filmografia di Nora Ephron ("Harry ti presento Sally" e "C'è posta per te" - il mio preferito).


1986

Casa più spaziosa e a pianta libera, ispirazione o esplicito omaggio alla Dreamhouse del 1979, dalla quale questa soluzione, per fortuna direi, non eredita i gialli e i rossi sgargianti. Mattel opta qui per le vernici rosa e il bianco, simboli del marchio, e riprende le porte mashrabiya, così come il tetto spiovente.



1990

Inscrivibile in un cubo immaginario di un metro e mezzo di lato, questa casa era dotata di enormi finestre a tutt'altezza, luci e campanello funzionanti, due balconi, moquette e tegole viola: l'intera abitazione è la quintessenza della casa di Barbie.



2008

L'organizzazione degli spazi e l'architettura si fanno qui più confusi, con pareti monocromatiche rosa e una disposizione bizzarra degli arredi. Una soluzione piuttosto infelice.



2013

Questa soluzione vince sicuramente il confronto con quella precedente in fatto di decorazioni, sfiorando qui l'horror vacui. Rosa dominante in ogni sua sfumatura e bianco: squadra che vince non si cambia!



2018

Con il passare del tempo, le descrizioni di queste Case dei Sogni assomigliano sempre di più a ville per le vacanze. I punti bonus vengono assegnati per il cestino per il riciclo e per lo scivolo viola gigante che porta Barbie dall'ufficio di casa alla piscina in tempi da record.



Oggi

Per celebrare l'iniziativa "60 anni di casa dei sogni" Mattel ha annunciato l'inizio di una collaborazione con l'associazione no-profit "Habitat for Humanity International".

Nel corso del 2022, sono stati finanziati progetti in paesi come Canada, Polonia, Brasile e sono state riparate le strutture a rischio, realizzate nuove playhouse, con i dipendenti Mattel attivi sul campo per aiutare in prima persona le comunità.


Affinché una casa dignitosa non sia più un sogno di plastica, ma una realtà alla portata di tutti i bambini.



Com'è fatta la casa di Barbie nel nuovo film: tre piani senza porte e muri!

“Non ci sono né pareti né porte. Si suppone che nelle case dei sogni non ci sia mai nulla di privato, e nemmeno un posto in cui nascondersi” - afferma la regista del film "Barbie", Greta Gerwig.


La casa cinematografica di Barbie reinterpreta l’opera di Neutra (Kaufmann Desert House)

come una fantasia fucsia a tre piani, con uno scivolo che finisce in una piscina.

Photo: Jaap Buitendijk/ Courtesy of Warner Bros. Pictures


È chiara l'allusione alle versioni precedenti della casa giocattolo, come il modello bohémien degli anni ’70 e la dimora vittoriana in stile Queen Anne del 1995, con tanto di sedie a sdraio di Philippe Starck.

Photo Credits: Evelyn Pustka for PIN-UP


Per la camera da letto di Barbie, il team ha abbinato una testata a forma di conchiglia rivestita di velluto a un copriletto di paillettes.

Photo: Jaap Buitendijk/ Courtesy of Warner Bros. Pictures


Il suo armadio, invece, rivela abiti coordinati in vetrine a forma di scatola di giocattoli.

Photo: Jaap Buitendijk/ Courtesy of Warner Bros. Pictures


“È sicuramente una casa per una donna single”, afferma Greenwood, ricordando che quando la prima Dreamhouse fu messa in vendita nel 1962, era raro che una donna possedesse una casa propria.



Aggiunge Spencer:


“Barbie è l’icona femminista per eccellenza”.



CREDITS: https://www.pinterest.com - Jaap Buitendijk/ Courtesy of Warner Bros. Pictures - Photo Credits: Evelyn Pustka for PIN-UP

 

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Autrice dell'articolo:


Semeraro Simona

Architetto | Interior Designer


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